Attenzione agli Effetti Collaterali della Scuola – Beware of School Side-Effects

Sono ritornata a vivere in Italia. La pandemia e’ passata. Ciononostante, lo stress ed i problemi di salute permangono, in parte perché le malattie autoimmune non si possono curare facilmente, in parte anche perché se non hai lo stress a casa, te lo manda tranquillamente la scuola, insieme ai suoi molteplici effetti collaterali, che non sono da trascurare.

StressAScuola

Durante la pandemia, ho continuato a sentire da molti genitori con figli in eta’ scolare, storie di ansia cronica sul rimanere indietro, storie di terrori notturni sulle verifiche di matematica, storie di ragazzi che si tagliavano con le lamette, storie di ragazzi che soffrivano di ansia e di attacchi di panico. Nella maggior parte dei casi, si trattava non di ragazzi grandi ma di ragazzini delle medie, che un anno o due prima, venivano calorosamente abbracciati alla scuola elementare dalle “maestre mamma chioccia” italiane.

Un compagno/a di mio figlio, all’inizio della prima media, inizio’ a chiedermi aiuto, venendo prima a suonare alla mia porta di casa per parlare di un Professore che terrorizzava tutti, chiedendo poi di parlarmi in videoconferenza delle umiliazioni che aveva ricevuto a scuola. Ho iniziato a chiedermi perché. Un altro compagno/a arrivava a casa in lacrime. Alcuni ragazzi si svegliavano nel mezzo della notte per svolgere compiti non terminati. Altri compagni volevano pagare un parente o un amico per far terminare compiti che non riuscivano a svolgere da soli. Eppure la maggior parte dei genitori ha continuato a non dire nulla ed accetta lo status quo. 

Ho sentito che molti ragazzi in prima o seconda media media non dormono di notte (“5 ore a notte bastano per me, i miei genitori lo sanno!”), altri non vogliono neppure piu’ uscire dal letto, quando non provano l’ansia di dover andare a scuola e di essere valutati. Altri si ammalano ed un insegnante ha pure avuto il coraggio di dire ad un genitore: “Signora, e’ normale. Non si preoccupi, e’ successo ad altri ragazzi in passato, uno addirittura ha finito la terza media in sedia a rotelle, ma non si preoccupi, ce l’ha fatta”. Eppure molti genitori richiedono questo insegnante anche per i fratelli e per le sorelle. Questo e’ il commento che sento pronunciare quando un altro genitore si lamenta: “Vedrai che se lo ritrovera poi dopo!“, ignari degli sforzi continui del figlio/a di adottare strategie per ingannare e per sopravvivere all’interno del sistema.

Allo stesso tempo, se da una parte questi aspetti della scuola non sono cambiati in Italia, la pandemia ha fatto di certo cambiare i ragazzi e non in positivo. Li ha costretti tutti, in un modo o nell’altro, a rimanere connessi ad internet, per seguire i continui aggiornamenti degli insegnanti di scuola. Questo ha creato una dipendenza totale, al punto che alcuni di loro ora hanno difficolta’ a svolgere attivita’ che non sono su internet. L’ultima volta che ho organizzato una festa a casa nostra, durante il giorno, ho visto i ragazzi ognuno per conto suo, sul proprio smartphone. Mio figlio che non ce l’aveva, cercava invano di convincere gli amici a guardare un video sul suo computer portatile. Durante la notte poi, cercavano di nuovo aggeggi per connettersi a internet e due di loro si addormentavano esausti accanto ad un dispositivo Google, con un video ancora acceso.  Siamo arrivati al punto che arrivano a casa nostra ragazzi armati di smartphone, Ipad, computer e dispositivi. Li spargono sul sofa’ e rimangono incollati allo schermo, fino a quando i genitori li vengono a prendere. Triste ma questa e’ la realtà della nuova generazione.

Allo stesso tempo, sento e leggo continue storie dell’aumento degli sforzi di controllare i figli  da parte degli adulti, di punizioni inutili date dagli insegnanti a scuola, semplicemente per non aver portato il quaderno del colore giusto oppure per non aver indossato la maglia appropriata a scuola. In alcune scuole stanno cercando di inserire nuove regole, piu’ ferree: niente pantaloncini o magliette corte a scuola, in questa scuola niente smartphone ne’ per i docenti ne’ per gli allievi. Storie che stressano solo e che non migliorano la situazione.

Sento storie di coloro che hanno cambiato scuola, che a 11 anni, non volendo continuare a soffrire in una scuola media tradizionale italiana, si iscrivono a scuole parentali o alle scuole piu’ facili, quelle di serie b, che consentono loro di vivere e di crescere senza la tortura della scuola. Sento  questa frase, troppo spesso: “Non ha voglia di studiare. Purtroppo la scuola non e’ per tutti”. Sento ragazzi di 14 e 15 anni che si lamentano già di non avere un futuro davanti, perché gli è stato detto che, se non frequentano un buon liceo, non avranno mai un buon lavoro. Perche’ sentono dire da ragazzi piu’ fortunati, con genitori che fanno gli insegnanti di sostegno a casa, che solo il liceo classico puo’ dare loro una “forma mentis” per assicurare loro successo nella vita. Perche’ a loro lo hanno detto i genitori, i quali a loro volta hanno frequentato il liceo classico su incoraggiamento dei genitori e cosi’ di seguito, e non si rendono neppure conto che fuori dall’Italia il liceo classico neanche esiste e che ad un colloquio di lavoro gli italiani, dopo aver sofferto per cinque anni su testi arcaici, sentono poi dire: “Latino? Greco? Mmm interessante, ma che cos’altro ha studiato? Business? Statistica?

In realta’, molti ragazzi sono già esauriti, dopo anni di sforzi per seguire nei dettagli i rigidi schemi che gli sono stati forniti nelle scuole italiane e hanno difficolta’ ad acquisire, anzi stanno perdendo o hanno gia’ perso, il desiderio di pensare in modo critico, di mettere in discussione cio’ che viene loro messo davanti. Perche’ la scuola dice una sola cosa: “conformatevi”. E questo e’ preoccupante, considerando le ore trascorse dai ragazzi ad “apprendere”.

Gli psicologi ricevono molte telefonate dai genitori ma i dottori non possono fare molto (leggete questo articolo). I dottori non possono certo cambiare il  sistema arcaico della scuola italiana, un sistema che da’ priorita’ al curriculo e ai risultati delle verifiche e delle valutazioni anziche’ all’autonomia e alla migliore crescita possibile dell’individuo, un sistema che usa l’ansia ed il paragone di individui che, pur avendo la stessa eta’, hanno stati di sviluppo emotivo e cognitivo diversi. Queste non sono a mio avviso condizioni salutari per educare dei ragazzi.  E’ un sistema che puo’ generare solo stress, ansia e inganno. Non esiste training in pedagogia, psicologia o in patologie mentali che a mio avviso possa risolvere questo problema creato dal sistema scolastico italiano. 

In conclusione, cari genitori con figli che si stanno avvicinando alla prima media, fate molta attenzione: se iscrivete i vostri figli in una scuola pubblica italiana, “che fa lavorare i ragazzi”, e’ molto probabile che lo stress arrivi anche a voi, insieme ai molteplici effetti collaterali che ho descritto. Se invece pensate che non c’e’ bisogno di usare l’ansia, la pressione ed i confronti della scuola per motivare i vostri ragazzi allora, ahime’, lo so che e’ difficile, ma dovete dimenticare cio’ che vi hanno ripetuto per tutta la vita: che sareste diventati nessuno senza la pressione e i confronti della scuola. Lo so che molti di voi si portano queste parole ancora con se’ ma per favore, fermatevi un attimo e chiedetevi se queste sono le parole che volete dire ai vostri figli, passare alla prossima generazione.

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